Spesso chi si avvicina al Reiki chiede se sia necessario schermarsi durante un trattamento Reiki. Infatti, uno dei concetti più frequentemente ripetuti, nei corsi di Reiki Occidentale, è la necessità di proteggersi dalle energie “negative” o dalle tossine della persona che stiamo andando a trattare. Ed è per questo che spesso viene insegnato l’uso di cristalli o altro. Ma è davvero così necessario? Scopriamolo insieme!
L’operatore, durante il trattamento Reiki, si sintonizza con l’energia vitale universale (Rei-ki), Fonte di ogni cosa, per diventare un canale puro e il più possibile pulito e neutro, e trasmettere la stessa energia, senza alcuna contaminazione od influenza personale, al ricevente.
Questo fa sì che, se si esegue il trattamento Reiki nel modo corretto, non è necessario schermarsi durante un trattamento perché nulla delle eventuali “tossine energetiche” del ricevente viene assorbito dall’operatore, così come nulla dell’operatore – sempre che sia centrato, neutro e in stato meditativo – passa al ricevente. In pratica, sotto questo punto di vista non avviene alcuno scambio.
L’ego, nelle discipline spirituali, viene spesso criticato e demonizzato. In realtà bisogna fare una distinzione a questo proposito. L’ego è fondamentale nella vita quotidiana perché siamo esseri incarnati in questa dimensione per sperimentare anche la parte terrena della nostra vita.
L'ego è ciò che ci permette di decidere, di fare le nostre scelte, di migliorare noi stessi, di mettere dei paletti e di farci rispettare dagli altri. Senza ego saremmo completamente in balia del mondo, incapaci di distinguere noi stessi dagli altri. E la nostra vita diventerebbe un vero incubo.
Ma nel momento in cui eseguiamo un trattamento Reiki, l’ego deve essere assolutamente accantonato e noi diventiamo semplicemente dei canali, il più puri possibile, al servizio dell’energia Reiki. Se ci atteniamo a queste semplici (ma non facili) direttive, non è assolutamente necessario schermarsi durante un trattamento Reiki. Nel Reiki Tradizionale Giapponese insistiamo molto su questo aspetto che alle volte, nel Reiki di alcune scuole Occidentali, viene trascurato.
Senza considerare che l’operatore Reiki che si comporta in modo etico non emette diagnosi, che sono di competenza del medico, non esprime giudizi, non “spaventa” il cliente con presunte diagnosi energetiche disastrose e non promette guarigioni miracolose. Il suo compito, in definitiva, è quello di essere un canale neutro di pura energia universale per il massimo bene del ricevente. E con questo l’ego ha ben poco a che fare.
Nella pranoterapia, l’operatore utilizza, a fini “terapeutici”, la propria energia, tanto che, lui sì, può schermarsi durante il trattamento e, al termine del trattamento, spesso può avvertire stanchezza e la necessità di scaricare le energie e/o di ricaricarsi, a differenza dell’operatore Reiki che, in qualità di “tramite” tra l’Energia Universale e il ricevente, alla fine della seduta, generalmente si sente ancora più carico, rilassato e in forma di prima. Per questo è fondamentale, per l’operatore, una volta iniziato il trattamento Reiki, vivere l’esperienza entrando, possibilmente, in meditazione e lasciandosi guidare dall’energia, cosa che si acquisisce solo con la pratica e l’esperienza.
E allora, perché alcune persone che praticano Reiki, soprattutto all’inizio, alle volte riferiscono di avvertire qualche disturbo? Nel Reiki Tradizionale Giapponese insistiamo molto sul fatto che non esistono controindicazioni al Reiki. In effetti, a differenza del Reiki Occidentale, che nel tempo ha subito diverse modifiche che lo hanno in parte allontanato dal suo spirito originario, nella tradizione viene posta molta enfasi sul Reiki come disciplina spirituale, di cui l’aspetto energetico e “curativo” rappresenta solo una parte.
Questo significa che ciò che conta, prima di tutto, nel Reiki è la nostra connessione con l’energia universale, cosa che si raggiunge con una regolare pratica meditativa. Se, durante il trattamento, entri in un profondo stato meditativo, e rimani perfettamente centrato, nulla potrà intaccare il tuo benessere e la tua armonia.
Se, invece, durante il trattamento Reiki, ti concentri sul disturbo della persona e su come eliminarlo usando la tua energia, oppure temi di poter prendere il sintomo su di te, potrai più facilmente entrare in risonanza con il ricevente e avvertire anche tu qualche disagio. Ma questo sei tu, con la tua energia e le tue paure, che ti portano a pensare di doverti schermare durante un trattamento Reiki. Tutto questo non ha niente a che vedere con il Reiki.
Una delle differenze tra il Reiki “metodo Usui” di impronta occidentale e il Reiki Tradizionale Giapponese è che, nel primo, viene attribuito un grande potere ai simboli, da utilizzare il più possibile e, spesso, tutti insieme, quasi rappresentassero una sorta di “bacchetta magica”, che, dall’esterno, ci toglie dai guai ogni volta che la invochiamo.
Nel Reiki Tradizionale Giapponese, al contrario, i tre simboli, che insegniamo nel Corso Reiki “La Vera Essenza del Reiki” - Operatore Secondo Livello, rivestono ciascuno un particolare significato, e sono da richiamare consapevolmente solo quando, e se, serve quell’energia specifica, ad esempio durante un trattamento Reiki. Disegnando il simbolo, tu entri in sintonia con l’energia di quel simbolo, ne avverti l’energia fino a diventare tu stesso il simbolo. Tuttavia, i simboli, per quanto importanti, non sono tutto. Tanto, che, una volta interiorizzati e fatti propri, grazie a tantissima pratica e lavoro su di sé, vanno trascesi. Un po’ come le rotelle della bicicletta: una volta imparato ad andare veramente bene in bicicletta, si tolgono.
Il quarto simbolo, che insegniamo nel Corso Reiki “La Vera Essenza del Reiki” - Operatore Terzo Livello, in Giappone non è un simbolo ma rappresenta lo scopo stesso del Reiki, che ci aiuta nella connessione con il Divino e che possiamo utilizzare ogni volta che percepiamo la necessità di entrare in sintonia con l’Energia Universale.
Ancora una volta a dimostrare che nel Reiki non esistono né rischi né controindicazioni. Ciò che conta più di ogni altra cosa, almeno nel Reiki della Tradizione Giapponese, sono tre fattori: pratica, meditazione per mettere da parte l’ego e costanza. Tutto il resto fa parte delle ricche sovrastrutture occidentali. Ne deriva che non è assolutamente necessario schermarsi prima di un trattamento Reiki.
Che tu conosca oppure no il Metodo Reiki, che tu sia oppure no operatore o Master Reiki, è sempre meraviglioso concedersi un momento di coccole e puro Relax mettendosi nelle mani di operatori esperti e appassionati di questa straordinaria disciplina energetica e spirituale che ha cambiato, e cambia, la vita a così tante persone nel mondo. Sperimenta un trattamento e innamorati anche tu del Reiki Ryoho!