Jennifer Lynn, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
La rabbia in Medicina Cinese è connessa alla stagione primavera, al colore verde e all’organo (Zang) Fegato.
Quante volte hai sentito dire: “Sono diventato verde dalla rabbia”, “Mi sono mangiato il fegato dalla rabbia”, “Mi ha fatto venire mal di fegato!”? Tutte espressioni popolari che riflettono, però, un qualcosa di vero.
Che correlazione c'è, allora, tra Fegato, rabbia e il colore verde? Scopriamolo insieme!
Il fegato svolge un’importante funzione fisiologica di depurazione e drenaggio dell’organismo.
La rabbia in Medicina Cinese viene intesa in senso “negativo” solo in quanto “eccesso” di emozione, mentre probabilmente il collegamento al colore verde, presente non solo in Medicina Cinese, si riferisce alla bile (talvolta definita anche con il termine di “fiele”), un fluido giallo-verde prodotto dal fegato, che viene accumulato nella cistifellea e la cui funzione principale è quella di contribuire alla digestione dei grassi.
La rabbia in Medicina Cinese lede il Fegato e va riequilibrata poiché, ricordiamocelo, in Medicina Cinese, che mira sempre alla ricerca dell’armonia, ogni eccesso nuoce all’organo correlato.
Tuttavia, se prendiamo in considerazione anche l’aspetto psicosomatico, vediamo che l’organo Fegato non è connesso soltanto all’emozione rabbia o, quanto meno, non soltanto nella sua accezione negativa. Sul piano psichico, il fegato è anche l’organo del coraggio e della determinazione e la sua funzione è quella di aiutarci a sviluppare responsabilità e capacità di far fronte alla vita, di prendere decisioni e portarle a termine. Senza considerare che la rabbia, intesa in senso positivo, è operosità, forza, tenacia, volontà, spinta vitale, la giusta ribellione che ci serve per portare avanti le nostre idee e realizzare i nostri obiettivi.
Non esiste un’emozione negativa in assoluto: la rabbia ci permette di difenderci, di proteggere i nostri valori e le persone che amiamo. Pensiamo solo agli uomini primitivi: di quanta rabbia avranno avuto bisogno per sopravvivere.
E l’organo Fegato, così come la rabbia in Medicina Cinese, nella loro accezione positiva, ci ricordano come ci debba sempre essere un “generale” dentro di noi capace di prendere decisioni e assumersene la responsabilità per realizzare il nostro pieno potenziale.
Il mito del Titano Prometeo, il cui nome significa “colui che pensa prima”, che, animato da un sentimento di compassione nei confronti del genere umano, ruba il fuoco agli dèi per donarlo all’uomo e promuovere il progresso della civiltà, ci mostra il lato luminoso della rabbia.
Zeus lo punisce facendolo incatenare nudo sulla rupe più alta e inviandogli ogni giorno un’aquila a squarciargli il petto per mangiargli il fegato che, ogni notte, gli ricresce per venire nuovamente dilaniato il giorno successivo.
Il Titano Prometeo rappresenta il trasgressore, il ribelle che lotta per portare avanti i propri ideali. E non è un caso che l’organo dilaniato ogni notte – e che si rigenera ogni giorno – sia proprio il fegato, instancabile organo di depurazione dell’organismo, il cui lavoro, se ostacolato da tossine, emozioni disfunzionali e uno stile di vita errato, va a limitare l’energia vitale che scorre nel nostro sistema energetico.
La rabbia, se da un lato è un'emozione che, dal punto di vista bio-logico, ha una propria funzione - ci aiuta a "proteggere" noi stessi, i nostri valori e ciò a cui teniamo-, al di fuori di questa funzione è un'emozione tossica, in quanto non è altro che una re-azione ad un'azione, un atteggiamento, un comportamento o un modo di pensare altrui che è diverso dal nostro o da come noi vorremmo che fosse.
Ma noi non possiamo cambiare gli altri e il loro modo di comportarsi o di vedere la vita. Noi possiamo soltanto lavorare su noi stessi e sul motivo profondo che ci spinge a provare rabbia di fronte ad un certo comportamento o situazione.
La rabbia, quando ad esempio ci sentiamo vittime di un’ingiustizia, ha bisogno di manifestarsi, di esprimersi, per poi essere gestita, rielaborata e infine lasciata andare. Ciò che invece la rende un’emozione tossica, è quando si trasforma in rancore e risentimento e continuiamo a rimuginare per giorni – a volte anche mesi e anni – su un torto subito, fino a intossicare e bloccare il nostro sistema energetico.
"Provare risentimento è come bere veleno tutti i giorni e sperare che questo uccida il tuo nemico."
Nelson Mandela
Tenersi tutto dentro e reprimere la rabbia, quando la proviamo, può essere dannoso e portarci ad esplodere, prima o poi, come una pentola a pressione. Cosa fare, allora, per imparare a gestire la rabbia e vivere più sereni?
Partiamo dal presupposto che noi non siamo responsabili del comportamento degli altri ma del modo in cui noi re-agiamo a come gli altri si comportano. La scelta è sempre nostra. Indipendentemente da ciò che dicono o fanno gli altri, se qualcosa ci tocca emotivamente e ci suscita rabbia, significa che in qualche modo ci risuona e ha riaperto una qualche ferita.
Dobbiamo quindi imparare a riconoscere la rabbia, a gestirla e a canalizzarla nel modo migliore, trasformandola in grinta, tenacia e forza vitale.
Ma soprattutto, se ci accorgiamo che la rabbia sta diventando un’emozione distruttiva e preponderante nella nostra vita, che proviamo frequentemente rabbia in situazioni ricorrenti, e che la rabbia spesso si trasforma in risentimento con tendenza a rimuginare sui torti subiti, occorre un lavoro più approfondito sull’origine di questa emozione, che può anche essere genealogica o karmica, per imparare a lasciarla andare e rendere la nostra vita e le nostre relazioni più serene e armoniose.
Così come la rabbia in Medicina Cinese ha un proprio significato e ci insegna che dobbiamo imparare a trovare uno stato di armonia ed equilibrio dentro di noi per poterla gestire al meglio, così i Cinque Principi del Reiki rappresentano uno strumento fondamentale per la crescita personale e spirituale dei praticanti Reiki.
Recitati ogni giorno, mattina e sera, e custoditi nel cuore, ci portano a cambiare il nostro atteggiamento nella vita, soprattutto relativamente a quegli aspetti caratteriali che rappresentano i nostri punti deboli e che non riusciamo a modificare con tanta facilità.
Il Secondo Principio del Reiki, Ikaruna, “Non ti arrabbiare”, ci insegna a vivere l’emozione “rabbia” con consapevolezza, senza trattenerla se si manifesta, ma comprendendo anche che la rabbia non è altro che una re-azione a qualcosa che, in qualche modo, ci tocca.
Se, anziché, re-agire esplodendo, ci prendiamo il giusto tempo per rispondere alla situazione con mente calma e pacifica, ci renderemo conto che, la maggior parte delle volte, l’evento scatenante non è poi così grave. E, se lo fosse, allora, lavoriamo sul perché tale evento, che di solito è un comportamento altrui, ci tocca così tanto e ci suscita emozioni così distruttive. Così facendo, lo trasformeremo in un’occasione di crescita per noi.
Nel Reiki Tradizionale Giapponese esiste un trattamento mentale specifico, che noi insegniamo nel Corso "La Vera Essenza del Reiki" – Secondo Livello, molto efficace per trattare e rilasciare rabbia, dolore, tristezza, frustrazione e umiliazione.
Il trattamento FastReset® è davvero molto efficace per rielaborare le emozioni disfunzionali e rilasciarle. Spesso proviamo rabbia, rancore e risentimento come re-azione a qualche evento che accade nella nostra vita perché ci riporta, a livello inconscio, a qualcosa di già vissuto/provato in passato (durante la nostra infanzia o a livello genealogico o di memorie passate) e mai rielaborato.
La vita ci mette davanti agli stessi "film" finché non rielaboriamo e lasciamo andare il passato creando una nuova connessione neuronale e una nuova consapevolezza.