Il Wesak Acquariano è una festività che viene celebrata nel Plenilunio dello Scorpione, indicativamente dal 20 aprile al 21 maggio, con data variabile di anno in anno, e ha lo scopo di richiamare e confermare, nelle nostre vite, la presenza, quotidiana e costante, del Divino che è dentro di noi. Le origini di questa festività sono antiche e appartengono alla tradizione buddista, anche se il suo messaggio riveste un profondo significato, utile e benefico per l’intera umanità.
Il termine “Vesak” deriva dal sanscrito “Vaishaka” riferito al mese di maggio in cui ha luogo questa festività. Dal nome sanscrito “Vesak”, che viene utilizzato in riferimento al più antico rituale buddista, si è passati alla grafia “Wesak”, per indicare la cerimonia Acquariana. Il Vesak, infatti, rimase una cerimonia prettamente buddista fino alla pubblicazione, in Inghilterra nel 1948, e qualche anno dopo in Italia, del libro di Alice Ann Bailey (16 giugno 1880 – 1° dicembre 1949), nota esponente britannica della Società Teosofica ed esperta di esoterismo, “Il ritorno del Cristo”, nel quale si evidenzia il profondo valore simbolico ed universale di questa festività che, da allora, è stata anche definita Wesak Acquariano. Traducendo le opere dalla lingua tedesca, dove la lettera “V” viene pronunciata “F”, e volendo conservare la pronuncia classica, la lettera “V” è stata trasformata in “W”. Di conseguenza, mentre il termine “Vesak” appartiene al rituale buddista, quando ci si riferisce alla festività Acquariana, si utilizza la grafia “Wesak”.
Il Wesak Acquariano, come celebrazione vera e propria, è nato, appunto, nel 1948, grazie alla Teosofia e alla pubblicazione del libro di Alice Bailey. Secondo i racconti di Alice Bailey, la cerimonia si svolgeva, durante il Plenilunio del Toro, in una valle dell’Himalaya, dove si trovava un altare con una grande coppa di cristallo che conteneva dell'acqua purissima. In questa valle, allo sbocciare di meravigliosi iris viola, Buddha, Cristo e i Maestri Ascesi si manifestavano per far scendere la Luce e la benedizione divina su tutti i presenti.
Nonostante il Wesak Acquariano si basi fondamentalmente sul Vesak Buddista, dal quale trae origine, si tratta di due cerimonie ben distinte. Il Vesak Buddista, infatti, celebra soltanto il Buddha e le tappe principali della sua vita, nascita, illuminazione e morte, nel 483 a.C., durante una notte di Plenilunio nel Toro, mentre il Wesak Acquariano, insieme al Buddha, inserisce il Cristo e tutti i Maestri Ascesi, figure che non appartengono alla tradizione del Buddhismo. Al di là di queste differenziazioni, ciò che più conta è l’intento comune di benedire e portare, in connessione con il Divino, Amore, Pace e Compassione a se stessi, agli altri e all'intero Pianeta.
La nota esoterista e teosofa Alice Bailey, nel 1919, canalizza un messaggio del Maestro Djwhal Khul, detto “Il Tibetano”, che la invita a celebrare, nel Plenilunio del Toro, una festività, aperta a tutti, per rappresentare l’incontro con il Buddha, il Cristo e tutti i Maestri, con l’intento, proprio dell’Era dell’Acquario, di rendere questa celebrazione universale e valida per tutti gli uomini, a prescindere dal credo di appartenenza.
Il Wesak si sarebbe dovuto celebrare ogni anno, nel Plenilunio del Toro, in una valle alle pendici del sacro Monte Kailash, lungo le catene dell’Himalaya. Al centro della valle si trovava una roccia con la funzione di altare che reggeva una coppa di cristallo colma di acqua purissima. Lì avrebbero presenziato i Maestri di Luce, con al centro il Cristo e la Madre Divina. Poi, all’avvicinarsi dell’ora del Plenilunio, sarebbe apparsa, in alto sulla roccia, la figura del Buddha con la mano alzata in segno di benedizione.
A questo punto, allo sbocciare di bellissimi iris di colore viola, la Luce divina e la benedizione di Cristo, Buddha e tutti i Maestri si sarebbe diffusa nella valle mentre tutti i presenti avrebbero intonato mantra e preghiere, fino al culmine della Sacra Invocazione.
Il Buddha, dopo 8 minuti, lentamente si sarebbe allontanato e l’acqua benedetta, a rappresentare l’energia di Luce e Amore del Buddha e di tutti i Maestri, sarebbe stata distribuita tra i presenti per invitarli a proseguire nel cammino spirituale diffondendo, intorno a sé, Amore, Luce e Compassione. Quindi anche il Cristo e i Maestri avrebbero lasciato la valle fino al Wesak successivo.
Ma solo più avanti, nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Tibetano chiese che il Wesak venisse celebrato pubblicamente e che si diffondesse il più possibile anche in Occidente. Il Wesak, infatti, è un evento che coinvolge tutti noi e rappresenta una straordinaria occasione per aprire il nostro cuore all’Amore e alla Compassione, elementi necessari per l’evoluzione spirituale dell’intera Umanità.
Durante la celebrazione, aperta a tutti, solitamente si recitano preghiere, si svolgono rituali e si fanno meditazioni di gruppo. Una volta ricevuta la Benedizione del Buddha, di Cristo e di tutti i Maestri, al termine della cerimonia, i partecipanti ricevono e bevono parte dell’acqua benedetta.
L’Acqua è un elemento molto importante dal punto di vista simbolico e spirituale. Dall’acqua hanno origine tutte le forme viventi, animali e vegetali, e l’acqua è anche l’elemento necessario alla nostra sopravvivenza. Nel Wesak, l'Acqua è connessa al Divino che genera la vita e la nutre, sia sul piano fisico sia su quello spirituale.
L’Acqua è anche l’elemento del 2° Chakra – “Svadhisthana” (dolcezza) - , il centro energetico collegato alle emozioni, alla creatività, al piacere e al nostro diritto di provare piacere. Ed ecco che la celebrazione del Wesak Acquariano ci parla di una spiritualità che è anche prendersi cura di noi stessi, degli altri e dell’intero Pianeta con Amore, Gioia e Condivisione, per rendere omaggio alla Vita in tutti i suoi aspetti. La festività del Wesak ci invita, innanzitutto, a riconciliarci con noi stessi, con la nostra parte più vera e autentica contattando il Divino che è dentro di noi, per poi generare Amore e Compassione verso tutto ciò che ci circonda, esseri viventi, natura ambiente, e l’intero Pianeta.
Ma l’acqua non è soltanto questo. Se ci pensiamo, i nostri corpi, così come la Terra, sono composti, per almeno il 70%, di acqua. E oggi sappiamo, grazie ai lavori del ricercatore e scienziato giapponese Masaru Emoto, che l’acqua contiene informazioni spirituali ed è in grado di registrare le vibrazioni delle nostre parole, tanto che è stato dimostrato che campioni d’acqua sui quali era stata posta un’etichetta con scritte le parole “amore” e “grazie”, una volta congelati, formavano dei cristalli ordinati in forme geometriche regolari e molto piacevoli alla vista, mentre altri campioni d’acqua ove venivano applicate etichette con parole di aggressività e odio, una volta congelati, formavano cristalli dall’aspetto disordinato e caotico.
In natura, infatti, tutto vibra perché tutto è energia in continuo movimento. Questo vale non solo per gli esseri viventi, ma anche per gli oggetti, per i pensieri e per le parole che pronunciamo. Così l’acqua, proprio come noi, che ne siamo in gran parte composti, registra tutte le informazioni sotto forma di vibrazioni – questo è infatti il principio su cui, tra l’altro, si basa la straordinaria efficacia del massaggio sonoro vibrazionale con le Campane Tibetane -.
L’acqua registra quindi anche le informazioni delle nostre parole e delle nostre preghiere. Quando, durante la cerimonia del Wesak, l’acqua viene caricata, diventa purissima e ricca di vibrazioni di Amore, Pace e Armonia. Così, bevendola, anche le nostre cellule e il nostro campo aurico vengono caricati con queste informazioni di pura energia di Amore, Pace e Saggezza. Sarà nostro compito, naturalmente, mantenere viva questa energia dentro di noi continuando a generare pensieri ed emozioni di Amore, Gratitudine e Compassione nella nostra vita quotidiana.
Nel Wesak Acquariano, i partecipanti si presentano alla cerimonia vestiti di bianco, ognuno porta con sé una bottiglia di acqua naturale o di sorgente in vetro trasparente, un fiore bianco, preferibilmente un iris, fiore simbolo del Wesak in quanto, secondo un’antica leggenda, questo è il fiore che sboccia nel momento esatto in cui il Buddha ritorna sulla Terra. Durante il rituale, l’acqua assorbirà l’energia della serata e potrà essere quindi in seguito bevuta godendo di numerosi benefici. Il fiore, invece, verrà essiccato a testa in giù e conservato fino al Wesak successivo, quando verrà sostituito.
Prima del rituale viene allestito un tavolo ricoperto da una tovaglia bianca, che sta a simboleggiare l’altare presente da millenni nella Valle Sacra dell’Himalaya, alle pendici del monte Kailash. Sul tavolo viene posta una coppa di cristallo piena d’acqua e tutti i fiori che ciascun partecipante avrà avuto cura di portare con sé come dono.
Il momento centrale della cerimonia è rappresentato da una meditazione guidata di una ventina di minuti. Di questi, 8 minuti sono in silenzio e prevedono la manifestazione del Buddha, del Cristo e della Gerarchia dei Maestri di Luce che scendono ad impartire la loro Benedizione sulla Terra. A seguire si recita la Grande Invocazione e si conclude con il canto dell'OM per dodici volte.
Al termine, ognuno dei partecipanti potrà ricevere parte dell’acqua caricata energeticamente e un fiore che, essiccato a testa in giù, continuerà a rilasciare energia nell’ambiente fino alla successiva cerimonia del Wesak, un anno dopo, quando verrà sostituito con un altro.
Al di là delle caratteristiche specifiche del rituale, l’aspetto più importante del Wesak sta proprio nella creazione di un campo di Luce, Saggezza e Pace universale, grazie alla profondità della meditazione e all’amorevole connessione con il Buddha, il Cristo e i Maestri di Luce.
Noi della DarshanFamily abbiamo messo a punto un dono speciale per il tuo Wesak, una nostra meditazione guidata per accompagnarti, in questo momento speciale, nella creazione di un campo di Luce, Pace e Amore allo scopo di aprire il tuo cuore alla connessione con il Divino, fuori e dentro di te.
La Grande Invocazione è una preghiera – o mantra universale – che è stata comunicata, nell'aprile 1945, dal Maestro “Il Tibetano”, ad Alice Bailey per aiutare gli uomini di buona volontà ad uscire dall’angoscia e dalle sofferenze causate dalla Seconda Guerra Mondiale.
E’ un’invocazione molto potente per portare cambiamenti e nuove consapevolezze in noi e nella nostra vita. E’ stata tradotta in più di 80 lingue e viene oggi recitata da persone di ogni fede o indirizzo spirituale per alzare le vibrazioni nostre, di tutti gli esseri viventi, e dell’intero Pianeta.
Il testo, letto in profondità e sentito con il cuore, racchiude delle verità universali e indipendenti da qualsiasi credo religioso. Sono tutte verità che già risiedono nel cuore degli uomini e che vengono naturalmente accettate dalla maggior parte delle persone:
L’esistenza di un’intelligenza fondamentale alla quale possiamo dare il nome di Dio
L’esistenza di un Progetto evolutivo universale che opera attraverso l’Amore puro
Il contributo di Maestri incarnati, apparsi ciclicamente sulla Terra, tra cui il Cristo, per aiutare gli uomini e diffondere il messaggio di Amore puro e incondizionato per far comprendere che amore e intelligenza sono effetti del Piano Divino, detto anche Volontà di Dio
La consapevolezza che il Piano Divino può essere realizzato solo attraverso l’Umanità.
La recitazione focalizzata della Grande Invocazione è un mezzo efficace e potente per contattare il mondo spirituale ed elevare e trasformare le energie del Pianeta. Utilizzando regolarmente questa forma di preghiera collettiva inviamo Luce e Amore al Pianeta elevando la coscienza umana e favorendo la nostra evoluzione personale e spirituale. Focalizzandoci sulla Luce e sull’Amore che possiamo diffondere nel mondo, cambieranno i nostri atteggiamenti, i nostri comportamenti e i nostri obiettivi, che diventeranno più altruistici e volti al bene della collettività.
"Dal punto di Luce nella Mente di Dio
Affluisca Luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore nel Cuore di Dio
Affluisca Amore nei cuori degli uomini.
Possa Cristo tornare sulla Terra.
Dal Centro dove il Volere di Dio è conosciuto
Il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il Proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che viene detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sigillare la porta dove il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano Divino sulla Terra."
Nel 2000, per incoraggiare una più ampia distribuzione di questa preghiera universale, è stata autorizzata e diffusa la versione che segue, leggermente adattata con un linguaggio più idoneo al nostro mondo multiculturale:
"Dal punto di Luce nella Mente di Dio
Affluisca Luce nelle menti umane.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore nel Cuore di Dio
Affluisca Amore nei cuori umani.
Possa Colui che viene tornare sulla Terra.
Dal Centro dove il Volere di Dio è conosciuto
Il Proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il Proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che viene detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sigillare la porta dove il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano Divino sulla Terra."
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