Non importa che tu sia naturopata, counselor, terapeuta o operatore olistico, ci sono frasi da non dire assolutamente nelle relazioni d’aiuto per non inficiare il rapporto di fiducia che si crea con la persona che si rivolge a noi in cerca d’aiuto o, peggio ancora, per non creare inutili o, addirittura, controproducenti, reazioni emotive inconsce da parte del nostro cliente. Scopriamo insieme come non comportarsi e cosa non dire assolutamente durante una seduta di trattamento olistico.
Il nostro ruolo, quando una persona si rivolge a noi in cerca di aiuto, è davvero molto delicato. Le nostre parole e i nostri atteggiamenti, infatti, hanno un peso e delle conseguenze importanti sul risultato finale, in quanto chi entra in studio sta generalmente attraversando un momento di crisi e difficoltà e vede in noi – e in ciò che faremo - la propria “speranza” di benessere e guarigione.
In quel contesto, infatti, noi terapeuti e operatori olistici rivestiamo un ruolo molto importante (up) in quanto rappresentiamo una figura autorevole, le cui parole possono influire, in un senso o nell’altro, sul risultato finale da parte del ricevente (down).
Potremmo anche eseguire, tecnicamente parlando, il miglior trattamento al mondo, ma se diciamo la “cosa sbagliata” o usiamo il tono sbagliato, i danni supereranno di gran lunga i benefici, e la persona uscirà dal nostro studio ricordando, più che il trattamento ricevuto, la frase inappropriata, inadatta, o addirittura “accusatoria” da noi pronunciata.
Se una persona ci chiede di fissare un appuntamento, è molto probabile che abbia qualcosa da risolvere. Altrimenti, se andasse tutto bene, se fosse felice, pienamente realizzata e risolta, sicuramente preferirebbe impiegare il proprio tempo e il proprio denaro in un altro modo. Ciò detto, dobbiamo tener conto del fatto che anche noi siamo in un percorso. Altrimenti saremmo tutti illuminati e di certo non saremmo qui, ora, incarnati in questa dimensione per imparare ed evolvere, come tutti gli altri.
Quindi, smettiamo di metterci su un piedistallo, mettiamo da parte il nostro ego ed evitiamo di esprimere giudizi sul percorso dell’altro, rispettando i suoi tempi e, anche, le sue difficoltà. Non è una gara, c’è chi arriva prima e chi arriva dopo al traguardo. Molto dipende anche dalla situazione di partenza, dal timore del cambiamento, dal proprio vissuto, dalla genealogia e dal karma.
Esistono tantissimi fattori che contribuiscono o ritardano la risoluzione di determinate dinamiche che si stanno vivendo, ma considerare il cliente nella sua unicità focalizzandosi sui progressi ottenuti anziché stigmatizzarlo per quello che (al momento) non riesce ancora a conseguire, è indubbiamente l’approccio vincente.
"Se qualcuno giudica il tuo cammino,
tu prestagli le tue scarpe.”
Iziegbe Ikponmwonvia
Il nostro atteggiamento nei confronti del cliente deve quindi essere di massima accoglienza, accettazione e rispetto, senza mai farci mettere i piedi in testa ma senza neanche lasciarci “innervosire” dalle sue richieste, anche quando ci sembra che siano sempre le stesse. In realtà non è così. Siamo tutti, anche chi è apparentemente più resistente, in un flusso di energia. Questo significa che il cliente che si rivolge a noi ora non è comunque più lo stesso di una settimana fa. Magari il cambiamento riguarda solo dei “dettagli” del suo modo di pensare e vivere le situazioni. Ma proprio questi dettagli rappresentano un importante punto di partenza. Ed è nostro compito evidenziarli e incoraggiare la persona a proseguire sulla via del benessere e dell’armonia.
Ci sono quindi frasi da non utilizzare mai e poi mai, in nessun caso. A mio avviso, l’unica eventualità in cui un cliente potrebbe aver bisogno di un atteggiamento un po’ più “deciso” da parte nostra potrebbe essere quello del narcisista patologico, ma lui non si rivolgerà mai a noi proprio per via delle sue caratteristiche intrinseche, lui non vede dove stia il problema, è convinto di andare bene così e che tutto vada bene così.
E’ molto più facile, secondo la mia esperienza, che arrivi in studio una persona con tendenza alla depressione, all’ansia, al panico, alle fobie e, soprattutto, tanta insicurezza, bassa autostima, mancanza di realizzazione, senso di vuoto e difficoltà a trovare la propria strada e il proprio posto nel mondo.
Questo tipo di persone, che magari sono in un percorso da anni, e che ce la mettono tutta per cambiare e trovare la propria via, ovviamente vorrebbero stare bene e godere di una vita piena e felice, e non hanno certo bisogno di “essere affossate” in quanto spesso, per loro stessa natura, tendono già a colpevolizzarsi, nascondersi e chiudersi in se stesse.
Alcuni esempi di frasi da non dire mai nelle relazioni d'aiuto sono:
"Sento tantissima negatività in te, come sei negativ*!"
Dopo una frase del genere, la persona, se poi è anche un po’ “ipocondriaca” andrà completamente in panico!
"Ma possibile che tu sia sempre allo stesso punto?"
Questa è una delle frasi peggiori, tra l’altro molto diffusa. Magari sono anni che la persona sta lavorando su quel tema, ce la sta mettendo tutta, perfino lei vede dei miglioramenti ma, sentendosi dire così, si convincerà che per lei non c’è nulla da fare. Di solito, in questi casi, o la persona si scoraggia completamente, oppure inizia a fingere con il terapeuta per “essere accondiscendente” e “fargli piacere”, creando una relazione terapeutica insana, inutile e perfino dannosa.
"Ma tu sei un vampiro energetico, vampirizzi le persone!"
Come facciamo noi ad affermare che una persona è un vampiro energetico? Che prove abbiamo? Perché si confida con noi, che magari rappresentiamo l’unico momento, nella sua vita, in cui si apre totalmente e ci confida i propri dispiaceri? Tra l’altro può capitare che quello che vediamo noi della persona non sia quello che vedono gli altri, magari per gli altri quella stessa persona è sorridente, accogliente, solare e luminosa, magari gli altri la considerano anche meglio di come lei vede se stessa – vi assicuro che succede! – oppure può essere che il soggetto sia molto chiuso in se stesso, stia per i fatti propri, cammini in punta di piedi per non disturbare. Di certo, una persona così non vampirizza proprio nessuno. Questa è sempre un’affermazione inappropriata che non fa altro che creare confusione e ulteriore insicurezza.
"Hai tutti i chakra bloccati!"
Se la persona avesse davvero tutti i chakra bloccati, sarebbe morta. Quindi direi che è un po’ azzardato affermare una cosa del genere. Certo, ci sarà qualche squilibrio, ma niente di irrecuperabile. Io preferisco focalizzarmi sui miglioramenti della persona post-trattamento piuttosto che sulla precedente eventuale “situazione disastrosa”.
"Anche se tu non ti rendi conto, è come dico io, tu sei così, lo sento!"
Siamo sicuri che sia veramente così? Soprattutto se si tratta di una persona con tendenza all’introspezione, che magari lavora su di sé da anni, conoscerà se stessa molto bene, e quando quello che dice il terapeuta le risuona veramente, a livello inconscio e profondo, lo sentirà in vari modi, attraverso brividi sulla pelle o altro. Se una cosa non risuona e non fa alzare neanche un’antenna, può essere che noi non siamo centrati al 100% e abbiamo proiettato qualcosa di nostro sul cliente, o magari abbiamo visto o avuto una sensazione su come lui era tanti anni fa, all’inizio del suo percorso di crescita, e non ha nulla a che vedere con adesso.
E’ fondamentale, soprattutto se l’operatore esegue un lavoro energetico e utilizza i propri sensi psichici, essere completamente neutrali e lasciar fuori dalla seduta tutti i propri paradigmi. Se non siamo completamente neutrali e centrati, pensiamo a cosa potrebbe accadere se, ad esempio, noi siamo vegani e dobbiamo trattare un “carnivoro”, o se siamo animalisti e viene in studio una persona che non ama gli animali, o se detestiamo il fumo e dobbiamo trattare un fumatore accanito. Oppure, magari semplicemente, se ci capita di lavorare su una persona che non rispecchia la nostra visione della vita o che non ci piace caratterialmente.
In questi casi può essere molto utile metterci in discussione e chiederci perché quella persona non ci piace e cosa ci stanno insegnando il suo modo di re-agire al trattamento e i suoi sforzi per ritrovare pace, equilibrio e pieno benessere.
In nessun caso, questo è ovvio, dobbiamo perdere la pazienza o imporci in maniera brusca per far valere le nostre ragioni. Noi accompagniamo la persona in un percorso, ma il cammino e i tempi di percorrenza sono solo e soltanto suoi. Noi dobbiamo entrare nell’animo della persona in punta di piedi con delicatezza, rispetto e ascolto sincero. E questo è già un grande, grandissimo aiuto che possiamo offrire nel percorso di guarigione che si somma, naturalmente, all’efficacia del trattamento svolto.
Il Consulto Naturopatico con riequilibrio energetico-emozionale ti aiuta a ritrovare quello stato di armonia, benessere ed equilibrio psicofisico che hai momentaneamente perduto a causa di stress, traumi, tensioni, difficoltà lavorative e relazionali, e vita frenetica, andando a risolvere l’origine, emotiva ed energetica del disagio per ritrovare calma, energia, vitalità e gioia di vivere.
Per un’analisi più dettagliata e personalizzata, basata sulle tue caratteristiche e sul tuo terreno di appartenenza e un lavoro di riequilibrio energetico ed emozionale profondo, ti consigliamo di prenotare un Consulto Naturopatico con trattamento di riequilibrio energetico/emozionale.