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Il Reiki nell'elaborazione del lutto

Come ritrovare pace e serenità con l'aiuto del Reiki

La perdita di una persona cara o del proprio, amato, animale è un momento molto doloroso, ed è spesso caratterizzato da sentimenti come rabbia, tristezza, dolore profondo, senso di vuoto e, talvolta, anche profondi sensi di colpa.
Il Reiki nell’elaborazione del lutto ci può essere di grande aiuto per ritrovare calma, pace interiore e serenità evitando che il dolore possa cristallizzarsi rendendo poi più complicata e lunga la ripresa.
Vediamo insieme come agisce il Reiki nell’elaborazione del lutto!

Cos'è il lutto

Il termine “lutto” deriva dal latino lūctus -us, der. del tema di lugere: “piangere, essere in lutto” e indica quello stato emotivo che si vive in seguito alla morte di una persona cara o del nostro amato animale. Ma non solo. Il lutto può riguardare anche una separazione, un divorzio, la fine di una relazione o un abbandono.
Per uscire dalla tristezza e dal dolore della perdita è necessario entrare in contatto con se stessi, per poi arrivare ad accettare e accogliere l'evento doloroso. Ma questo processo richiede tempo. Con il tempo, infatti, il dolore piano piano si addolcisce e la vita può ricominciare.
Lavorare su di sé per accettare quanto avvenuto è fondamentale per riprendere a vivere serenamente, e il Reiki nell’elaborazione del lutto può essere di grande aiuto, non solo come auto-trattamento (per gli Operatori Reiki) ma anche rivolgendoti a un Reikista esperto che ti può aiutare ad attraversare e superare il dolore della perdita e a reperire dentro di te le risorse necessarie per ritrovare equilibrio, calma, centratura e serenità e andare avanti nella tua vita.

Le 5 fasi
dell'elaborazione del lutto

Elaborare il lutto, che riguardi una persona cara o il nostro amato animale domestico, non è facile e richiede, appunto, tempo. Nel 1969, la psichiatra svizzera Elizabeth Kübler Ross ha messo a punto una linea guida sulle 5 fasi dell’elaborazione del lutto che ancora oggi rappresentano un punto di riferimento quando ci troviamo ad affrontare il grande dolore per la perdita di chi amiamo. Naturalmente, la durata e le modalità di reazione possono variare da individuo ad individuo in base al nostro vissuto e alla capacità di resilienza, e non esiste un modo giusto o sbagliato di elaborare il lutto in quanto si tratta di una condizione molto particolare che coinvolge le nostre emozioni, il nostro vissuto e la nostra capacità di far fronte alle avversità della vita.

Le 5 fasi dell’elaborazione del lutto sono:

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Depressione

Questa è la fase della presa di coscienza di quanto accaduto. Il dolore è ancora vivo e presente anche se a tratti tentiamo di reagire e di tornare a vivere. Tuttavia, la depressione è la fase in cui ci concediamo di entrare in contatto con noi stessi e di sentire il vuoto profondo causato dalla perdita. Spesso tendiamo ad isolarci, diventiamo apatici, insensibili, perdiamo la voglia di condividere le nostre emozioni con gli altri e percepiamo il mondo come troppo opprimente per riuscire ad affrontarlo.
Possiamo manifestare anche sintomi fisici, come cefalee frequenti, insonnia, incubi notturni, sonnolenza diurna, irritabilità, stanchezza cronica, tachicardia, senso di oppressione al petto e aumento o calo del peso corporeo.

Darshanatura-Reiki-e-lutto-accettazione-5

Accettazione

L’ultima fase, quella dell’accettazione, consiste nell’accettare la perdita, non nel senso “lui/lei non c’è più e va tutto bene”, ma piuttosto nel senso “lui/lei non c’è più, ma io scelgo di stare bene e andare avanti con quello che c’è.”
Le emozioni piano piano si stabilizzano e noi torniamo a vivere adattandoci, con consapevolezza, alla situazione attuale. Questo non significa che non vivremo mai delle giornate difficili o dei momenti tristi, ma i giorni sereni cominceranno piano piano a superare quelli tristi. Arriveremo quindi a comprendere che non potremo mai sostituire chi abbiamo perso, ma potremo di nuovo interagire con gli altri, creare nuove, piacevoli relazioni e tornare a vivere momenti piacevoli. Piano piano stiamo cercando di riprendere in mano la nostra vita smettendo di colpevolizzarci per l’accaduto. In breve, stiamo imparando a voltare pagina, ad andare avanti nonostante il vuoto causato dalla perdita. E stiamo anche imparando a dare un senso a quella perdita. Fino a quando, nell’alternanza di momenti bui e momenti felici, i ricordi non saranno più quella lama tagliente che ci trafigge il cuore ma un sottile velo che avvolgerà la nostra anima, a volte con un po' di malinconia, a volte con un po' di nostalgia, ma sempre con tanta dolcezza perché ora sono parte di noi.

Il Reiki
nell'elaborazione del lutto

Un fedele compagno di vita

Per aiutarti a comprendere l'immenso valore del Reiki anche nell’elaborazione del lutto, oggi ti racconto una parte di me. Ho sempre amato molto il Reiki Ryoho (Metodo Reiki), che pratico e insegno da molti anni e che, devo ammettere, mi ha aiutata nei momenti più difficili della mia vita. Un compagno che è sempre lì, presente, nelle mie mani. Pronto ad aiutarmi come nessun altro.
In meno di un mese ho perso, in modo improvviso quanto tragico, e drammaticamente simile, prima il mio amatissimo MiciOlistico Goya, e poi il mio carissimo papà.
Shock, incredulità, sensi di colpa, rabbia. Li sentivo dentro di me. Nel mio corpo e nelle mie cellule. Goya era un micio giovane, di appena 6 anni, apparentemente sanissimo. Non aveva mai avuto alcun sintomo. Giocava, correva, mangiava, era felice. E spargeva Amore nel mondo. E allora com’è possibile che se ne sia andato in una sola notte (incredulità)? Liquido nei polmoni dovuto a cardiopatia congenita, ci hanno detto. Ma com’è possibile (shock)? mi sono chiesta quando, quella mattina del 2 giugno, alle 8.30, abbiamo ricevuto quella terribile telefonata dal Pronto Soccorso dove l’avevamo fatto ricoverare d’urgenza, la notte prima, e che ci informava, con tono freddo e distaccato, che Goya non c’era più. L’immagine che si è creata nella mia mente è stata, come si vede nei cartoni animati quando qualcosa di bello, che prima c’è, e c’è sempre stato, improvvisamente svanisce, in un istante. Tra l’altro, un’esperienza tragicamente nuova per me, visto che ho sempre avuto gatti, fin da bambina, e che la loro aspettativa media di vita non è mai stata inferiore ai 17/18 anni. Com’è possibile che nessun veterinario se ne fosse mai accorto prima (rabbia)? E se noi l’avessimo portato prima dal veterinario (sensi di colpa)? Addirittura, sono arrivata a dire, tra me e me: “Non gli ho dato l’ultimo bacio prima di metterlo nel trasportino per correre dal veterinario” (sensi di colpa!), e “Non ho fatto abbastanza foto con lui…” (doppi sensi di colpa).
Il dolore per la perdita improvvisa di Goya si manifestava in un modo abbastanza prevedibile, se vogliamo. Passavo dall’incredulità, dallo shock, dal rivivere il momento della corsa al Pronto Soccorso, la telefonata, il funerale, al dolore più puro e intenso che si possa immaginare, che sfogavo con lunghi (e curativi) pianti.
In quei giorni tutto mi dava fastidio e non riuscivo a prendermi cura di me come avrei voluto. Ma il Reiki nell’elaborazione del lutto, quello, non è mai mancato. Sotto forma di auto-trattamento, ma non solo, perché anche mio marito Alessandro mi trattava quotidianamente. E io trattavo lui. E insieme trattavamo nostro figlio Tyoma, anche lui molto addolorato, visto che Goya era il suo adorato “fratellino peloso”. E non solo. Una mia carissima e amorevole collega, in base a come ci sentivamo, ci trattava tutti e tre a distanza, e le sarò sempre immensamente grata per questo.
Ancora molto lontana dal guarire dal lutto per la prematura scomparsa di Goya, il 28 giugno, verso sera, il mio amatissimo papà cade in casa. Noi avevamo in programma di andare a Roma per trovarlo e trascorrere alcuni giorni insieme proprio il 28 ma poi, per una serie di disguidi, abbiamo rimandato al giorno successivo. Il 28 pomeriggio, alle 17.30 abbiamo parlato con lui, che stava benissimo ed era felice di vedere noi e il suo adorato nipotino Tyoma il giorno successivo. Saremmo arrivati a Roma il 29 giugno in mattinata. Andava tutto bene. Eravamo tutti felici. Ma il 28 giugno, alle 19.45, arriva quella videochiamata terribile. Il tuo papà è caduto. L’immagine che ancora mi impressiona la mente: il mio papà con il sangue che gli scorre sul viso (shock). E’ lucido? Non è lucido? Parla? Sì, sembra che parli… No, non riesce a parlare bene ma si vede che capisce (incredulità) Chiamate il Pronto Soccorso! Chiamato… Chiamato… Chiamato… Ma non sono ancora arrivati, noi non possiamo chiamare da un’altra città, fatelo voi…!!??!!! Ma è trascorsa un’ora… due… Sollecitate, per favore, sollecitate!!! I parenti in casa con lui lì che ci rispondono con astio e arroganza: “Eh, che vuoi farci, siamo a Roma, bisogna aspettare...” (rabbia). Noi che chiamiamo il 112 da Modena, loro che avrebbero sollecitato il 118 di Roma. L’automedica che arriva con 3 ore di ritardo (rabbia). L’ambulanza per il trasporto di mio papà, che ormai è in coma, al Pronto Soccorso, arrivata con un’altra mezzora di ritardo (rabbia). Mio padre che viene registrato al Pronto Soccorso che dista 5 minuti da casa con altre 2 ore di ritardo (rabbia). Le notizie sbagliate. Le notizie false. Le notizie date senza un minimo di tatto (rabbia, rabbia, e ancora rabbia!) Il dolore si mischiava allo shock, all’incredulità, alla rabbia. Ma una cosa era certa. Mio papà non c’era più. E io non sarei più stata la stessa. E se fossimo arrivati, come da programmi iniziali, il giorno prima (sensi di colpa)? Potrei andare avanti all’infinito, ma il succo del discorso è che, quando muore qualcuno che ti è molto caro, peggio se in modo così tragico (e probabilmente evitabile), tu sei scosso. Sotto shock, arrabbiato, e anche sconnesso dalla realtà. Alla morte di mio papà, i sintomi sono stati diversi. Forse perché avevo già pianto tutte le lacrime possibili per Goya. E allora sono passata ai sintomi fisici: nausea, emicrania, fame d’aria, senso di soffocamento, oppressione al petto, insonnia…
E anche in questo caso, quando mi sembrava di non tollerare le altre discipline olistiche, quasi fossero troppo “invadenti” per il mio stato, ecco che è giunto in mio aiuto proprio il Reiki nell’elaborazione del lutto e che, come una dolcissima carezza amorevole mi ha aiutata - e mi sta ancora aiutando - a rimettere insieme i pezzi della mia vita. E della mia anima.
Giorno dopo giorno, trattamento dopo trattamento, la sintomatologia fisica si è attenuata sempre più, fino praticamente a scomparire e il lutto nel cuore, quella sofferenza sorda e profonda che sembra ti spezzi l’anima, si è molto affievolito. Ci sono giorni, questo è vero, più difficili, in cui affiora un ricordo, una frase non detta, una carezza non fatta e sento che il dolore riemerge ma so che è ancora trascorso poco tempo e che, grazie al Reiki, mio fedele compagno di vita, ne uscirò trasformata, più forte, serena e consapevole.
TI ho raccontato questa mia esperienza personale per farti comprendere quanto è stato, ed è tuttora, fondamentale il Reiki Ryoho (Metodo Reiki) per me, anche nell'elaborazione del lutto. Infatti, in un momento così difficile e drammatico come la perdita ravvicinata del mio amatissimo MiciOlistico Goya e del mio carissimo papà, quando il mio corpo e la mia mente sembravano rifiutare qualsiasi altra tecnica olistica, quasi fossero troppo "invadenti", è stato proprio il Reiki, con la sua delicatezza, a far breccia nella corazza di dolore che mi ero creata aiutandomi piano piano a dissolverla.
Ed è così che oggi, pur vivendo ancora, di tanto in tanto, dei momenti di tristezza (del tutto fisiologica, visto che è trascorso ancora poco tempo), posso già dire che i  momenti di serenità, di presenza e di apertura al futuro superano di gran lunga i momenti bui e tristi, e che i sintomi più difficili da sopportare, quelli fisici, sono praticamente scomparsi.

Chiedi aiuto al Reiki Tradizionale Giapponese!

Stai affrontando il dolore della perdita (lutto, divorzio, separazione, fine di una relazione importante) e ti sembra di dover portare, da solo, un macigno sulle spalle? Senti che, mentre i ricordi si affollano nella tua mente, le emozioni si aggrovigliano e non riesci a fare ordine in te e nella tua vita? Rabbia, tristezza, sensi di colpa e il vuoto della perdita ti risultano difficili da affrontare da solo?
Il Reiki Tradizionale Giapponese, se occorre abbinato alla Naturopatia Psicosomatica Vibrazionale, ti può aiutare ad elaborare il lutto e a ritrovare calma, benessere e serenità.