Come diversi studi recenti hanno confermato, il lutto di un animale domestico è in tutto e per tutto comparabile a quello per la perdita di una persona cara. A volte, anzi, è anche più devastante e, se non elaborato, si può trascinare anche per mesi o anni. La relazione con il nostro animale, infatti, è davvero molto importante per il nostro benessere psicofisico e la sua morte, più o meno improvvisa, è da considerarsi un vero e proprio trauma.
Vediamo insieme come affrontare il lutto ed elaborarlo per tornare, per quanto possibile, ad una vita serena e consapevole.
Si dice sempre che sia l’animale a scegliere noi e non viceversa. Nella mia esperienza di grande gattofila da sempre, credo che in realtà ci si scelga a vicenda. Non sono mai andata alla ricerca di gatti di razza, anche se so che ce ne sono di bellissimi. Mai. Anche se, esteticamente parlando, sono molto attratta, ad esempio, da Siamesi e Bengala. Ma io ho sempre adottato in gattile o in associazioni, o magari, a volte, incontrando un batuffolino peloso in un parco durante una passeggiata. Ogni volta che ho incontrato il loro sguardo, ci siamo scelti. E ogni volta è stato Amore a prima vista. O forse a prime fusa, dovrei dire. Tutti i miei gatti hanno condiviso i momenti più importanti della mia vita. I momenti belli e quelli dolorosi. Mi hanno accompagnata nella mia vita di studentessa prima, e di lavoratrice poi. Mi hanno seguita nei traslochi. Hanno assistito da una finestra alla mia festa di matrimonio senza perdersi un istante. Hanno viaggiato. Hanno lavorato con me. Hanno giocato con me nei momenti felici e mi hanno consolata nei momenti tristi.
In altre parole, a dispetto di tutto e di tutti, qualunque cosa succedesse, loro c’erano sempre per me. E tra noi c’era una comprensione intima e profonda che andava molto oltre le singole personalità che, naturalmente, variavano da gatto a gatto.
Di quante persone, nella nostra vita, possiamo dire lo stesso?
E poi c’è un altro aspetto. Loro dipendono in tutto e per tutto da noi. Sono come dei bambini che resteranno sempre tali e questo stimola il senso, innato nell’uomo, di protezione e tenerezza nei confronti di un cucciolo.
Per non parlare dell’Amore puro e incondizionato che loro ti donano gratuitamente. Perché loro sono dei grandi Maestri. Ti insegnano l’Amore, la Gratitudine, il rispetto, la fiducia reciproca. Perché un gatto lo conquisti veramente soltanto nel momento in cui lui sente di potersi fidare ciecamente di te. E a questo punto ti sorprenderai di quello che lui è disposto a fare per te.
Un aspetto a mio avviso molto importante da considerare è che, quando ti muore una persona cara, viene ritenuto socialmente normale fare le condoglianze o, quanto meno, esprimerti solidarietà. Quando, invece, muore il tuo animale, non importa quanto tu soffra, questa sofferenza viene socialmente sminuita.
Purtroppo, questo aspetto l’ho vissuto in prima persona quando, nello spazio di neanche un mese, ho perso prima il mio amatissimo MiciOlistico Goya e poi il mio caro papà. Due traumi molto forti. Un dolore immenso che a volte si mescolava e a volte deviava in sensazioni differenti, più emozionali in un caso e più fisiche nell’altro. Ma non è questo il punto. Non è mai stata una gara per vedere quale delle due morti mi facesse più male. Il punto è che più di una persona, dopo avermi chiesto: “Come stai?” quando io raccontavo l'accaduto, mi rispondeva con frasi del tipo: “Mi dispiace molto, soprattutto per tuo papà”, “Ti faccio le mie condoglianze, soprattutto per il papà”. E io restavo allibita. Ma scusa, se ti ho detto che sono disperata per entrambi! Se ti ho appena raccontato le circostanze tragiche in cui è scomparso il mio Adorato Goya, in una notte, a soli 6 anni d’età, per una malattia congenita e asintomatica che non era mai stata diagnosticata! Ma ti sembra una cosa da dire? Ma la mente umana, si sa, è strana, e ragiona sempre usando due pesi e due misure.
Molte persone riferiscono di essersi sentite dire: “Ma dài, era solo un gatto!” Ecco, se anche a te sono capitati episodi simili, ti consiglio di ignorarli completamente. Significa soltanto che quelle persone non possiedono la tua stessa sensibilità e non risuonano con te. Io dico sempre che quando vivi il lutto del tuo animale impari a conoscere meglio chi ti circonda. Ma non è questo il problema principale in questo momento. Che tu abbia intorno tante persone sincere, affettuose e in sintonia con te o che tu sia solo a vivere questo dolore straziante non cambia molto perché sei tu che stai vivendo questo lutto e sei tu che devi, prima o poi, elaborarlo e tornare a vivere. E, ti dirò, anche nel caso tu abbia una famiglia, e quindi non sia l’unico a vivere il lutto per la perdita del vostro animale, in questo caso il proverbio “mal comune mezzo gaudio” non funziona perché ognuno vive il dolore in modo diverso. Magari tu senti il bisogno di parlarne mentre chi vive con te si chiude nel silenzio, e tu ti senti ancora più solo, o viceversa.
Uno degli aspetti più frequenti e dolorosi nel lutto dell'animale domestico, e che ho sperimentato, anche questa volta, in prima persona, sono i sensi di colpa.
Alcuni esempi di domande tipiche che rivolgiamo a noi stessi tormentandoci sono: “E se avessi fatto…?” “E se non avessi fatto…?” “E se l’avessi portato prima dal veterinario?” “E se non l’avessi portato proprio da quel veterinario?” Questi, appunto, sono soltanto alcuni esempi, ma le domande su cui ci arrovelliamo sono tantissime, e variano da persona a persona.
Io, nel caso di Goya, reso ancora più doloroso dalla sua giovane età, sono arrivata perfino ad avere i sensi di colpa perché non gli avevo dato un ultimo bacio sulla sua dolcissima “testona” bianca e tigrata prima di portarlo di corsa al Pronto Soccorso. E non solo. Mi colpevolizzavo perché avevo fatto poche foto insieme a lui e ora non avrei più potuto farne. Ecco. Cose così. Questi sono gli scherzi della mente umana.
Invece dobbiamo cambiare prospettiva. Gli animali in generale, e i gatti in particolare, sono anime molto evolute che si incarnano per accompagnarci in un tratto di cammino nella nostra vita terrena. Ogni gatto che entra nella nostra famiglia ha uno scopo specifico da portare a termine. Una missione che la sua anima conosce bene. Una volta che ha concluso questo scopo, per quanto difficile possa essere da accettare, lui lascia il corpo. E il modo in cui lo fa, più o meno improvviso, più o meno tragico, è soltanto un modo. Un espediente. Quello che conta, per lui, è che ha compiuto la propria missione chiudendo un ciclo nella nostra vita. Anche se questo non significa che, successivamente, la sua anima non possa decidere di reincarnarsi in un altro micio – o un altro animale – e tornare da noi. In questo caso sicuramente lo riconoscerai.
Ad ogni modo, quando muore il nostro gatto, se ci fai caso, dal punto di vista della nostra evoluzione spirituale, assistiamo sempre alla chiusura di un ciclo. Non voglio dire che questo non sia doloroso, anzi. Ma purtroppo a volte è necessario. Ad esempio, quando, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, se ne sono andati i miei Adorati MiciOlistici Mony e Ruby, nel 2016, è stato per me come ritrovarmi improvvisamente cresciuta. Adulta. In effetti, Mony soprattutto aveva condiviso con me, nei suoi 21 anni di vita, anche tante esperienze della mia vita da ragazza, quando non ero ancora sposata e vivevamo insieme io e lui. Con la sua morte, io mi sono ritrovata, da un momento all'altro diversa.
Come ho accennato in precedenza, il lutto dell'animale domestico è da considerarsi un lutto a tutti gli effetti e mai e poi mai andrebbe sottovalutato o sminuito. Il legame che si crea con il nostro animale è talmente profondo e intimo che la sua perdita può essere avvertita anche sul piano fisico. Infatti, mentre se siamo particolarmente sensibili possiamo avvertire la sua presenza e la sua energia attorno a noi, spesso quello che ci manca di più è proprio il contatto fisico, gli abbracci, i baci che gli davamo, le sue fusa, le leccatine sulle mani. E le abitudini. Sì, le abitudini sono uno degli aspetti peggiori. Perché quello che facevamo insieme, la routine quotidiana è diversa con ognuno dei nostri amati mici. E ci manca. Ci manca terribilmente.
Cosa fare, allora, per affrontare il dolore della perdita del nostro animale? Innanzitutto, va detto che il lutto è un momento molto delicato che va vissuto secondo il proprio sentire e che può prevedere tempi e risposte diverse per ognuno di noi.
Vediamo insieme alcuni suggerimenti che, come linee guida, ti possono aiutare a elaborare il lutto e ricominciare a vivere.
Questo è il momento più difficile. E’ stato traumatico. Improvviso. O magari no. Ma comunque è doloroso. Terribilmente doloroso. E noi non siamo mai pronti. Senza considerare che i gatti, almeno rispetto ai cani, dimostrano meno gli anni che passano. Sembrano giovani e magari hanno 20 anni, e a noi non sembra possibile che abbiano avuto un crollo così improvviso che li ha portati magari in pochi mesi alla morte. Purtroppo non ci resta che accettare l’accaduto e vivere le diverse fasi del lutto evitando di colpevolizzarci e, soprattutto, senza reprimere le nostre emozioni. Perché abbiamo tutto il diritto di soffrire, e anche di piangere se ci sentiamo di farlo. Senza giudizio.
Svolgere un rito funebre ci aiuta a onorare il corpicino del nostro animale. In questo modo possiamo ringraziarlo per tutto quello che ci ha trasmesso e donato durante la nostra vita insieme e ci aiuta anche a percepire che, al di là del corpo fisico c’è molto di più. Tutta la sua energia. Quella che comunque possiamo sempre respirare attorno a noi, nella nostra casa, negli ambienti che condividevamo, nei luoghi che lui amava e dove era solito acciambellarsi per i suoi riposini quotidiani.
Una consuetudine che può aiutare quando il dolore è molto forte e si ha quasi paura di “dimenticare” i momenti felici trascorsi insieme, le abitudini condivise e le qualità uniche del nostro amato animale, è quella di creare un diario dei ricordi con le foto più belle, gli episodi più divertenti e le qualità uniche che lui e soltanto lui possedeva. Parlo anche qui per esperienza personale, perché è quello che mi è accaduto con il mio Goya i primi tempi. Il trauma è stato così forte che una delle mie paure era quella di dimenticare quello che faceva abitualmente e le caratteristiche, uniche e straordinarie, della sua personalità.
Questo è un argomento molto controverso e non mi permetterei mai di imporre una regola valida per tutti. Tuttavia, ad oggi posso confermare che, per me e la mia famiglia, elaborare un dolore così grande senza la presenza di uno o più batuffolini pelosi da accudire e crescere, sarebbe stato impensabile. Non voglio certo dire che il o i nuovi arrivati si vadano a sostituire al nostro adorato micio scomparso. Non è e non deve essere così. Quello che voglio sottolineare, invece, è quanto l’arrivo di uno o più cuccioli in famiglia possa davvero aiutare. In primis perché l’arrivo di un gatto in famiglia non è mai casuale, ma frutto di una scelta "energetica". Tra l'altro, spesso, viene proprio inviato dal micio morente per aiutarti a superare il trauma della sua scomparsa riempiendoti di coccole e fusa. E poi perché uno o più gattini, soprattutto se piccoli, sono piuttosto impegnativi. Vanno educati, cresciuti con amore, tenuti lontano dai pericoli. Un motivo in più per ritrovare, piano piano, il desiderio di tornare a vivere.
Come chi mi conosce sa bene, il Reiki fa da molti anni parte della mia vita. Mio fedele compagno, nei momenti bui come in quelli felici. E sono rimasta sinceramente colpita da quanto profondamente mi abbia aiutata nell’affrontare questi due lutti traumatici così vicini l’uno all’altro. Proprio nel momento in cui shock e disperazione avevano il sopravvento, e inconsciamente rifiutavo, almeno inizialmente, le altre, pur efficacissime, tecniche energetiche che abitualmente utilizzo, il Reiki era quotidianamente accanto a me. Nelle mie mani. Nelle mani di chi mi trattava. In presenza e a distanza. E sentivo, giorno dopo giorno, che in quell’energia, delicata e rispettosa come una dolce carezza amorevole, progressivamente miglioravo. Se puoi, e se risuona con te, mi sento di suggerirti, dal profondo del mio cuore: “Affidati al Reiki e lascia che sia!”
Se senti che il dolore per la perdita del tuo animale persiste e che è troppo profondo per affrontarlo da solo, la Naturopatia Psicosomatica Vibrazionale, abbinata in questo caso al Reiki Tradizionale Giapponese, ti può aiutare a rilasciare dolore, sofferenza, trauma e sensi di colpa favorendo l’accettazione profonda di quanto accaduto e attivando in te quelle risorse che ti permetteranno di riaprirti alla vita.